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Caminetto
Via Volta, 14/B
22060 Cucciago CO
Tel. 031 787176
Fax 031 3518577
ascortipipe@tin.it
Nel dicembre del 1967 Giuseppe "Peppino"
Ascorti dopo
dodici anni di esperienza acquisita presso Castello (e con un maestro
di
stile e marketing ante-litteram come Carlo Scotti) ha l'occasione di
aprire
"bottega" in prima persona.
Il logo è già pronto: Cantù
77,
"i gamb de dunett" (le gambe delle donne) ripeteva agli amici.
Pochi mesi dopo, Luigi
Radice,
che vanta analoga esperienza nella prestigiosa fucina di talenti
canturina,
lo affianca ed insieme decidono di fondare la Caminetto, la pipa del
baffo.
I due artigiani si rimboccano le maniche e si
mettono
al lavoro. Inevitabilmente i primi modelli sono molto "simili" alle
Castello
e, se da un certo punto di vista i clienti arricciano il naso per i
richiami
troppo evidenti, da altro punto di vista non possono che apprezzare la
qualità dell'esecuzione, la fumabilità ed il costo
decisamente
inferiore.
Un grosso contributo lo offre Davoli, che
cura
in esclusiva la distribuzione forte di una posizione di mercato
invidiabile
nel nord Italia, meneghino in particolare. Davoli non fatica a
riconoscere
il talento dei due, la loro laboriosità, l'alta
redditività
produttiva e - soprattutto - individua una fascia di mercato ancora
inesplorata
collocando le Caminetto esattamente tra i due big nazionali della
produzione,
Savinelli e Brebbia e il leader nella qualità artigianale
Castello.
La scuola pescarese è ai primordi, il
mercato
tira ed il made in Italy comincia a fare tendenza. Davoli entra in
società
nel '74 aggiungendo un apporto finanziario all'investimento
commerciale.
La pipa del baffo conquista un posizionamento di
tutto
rilievo sia sul mercato nazionale che estero imponendo modelli
originali
ad un passo dal classico come l'Ovetto e l'Epoca. Il successo
difficilmente
ha molti padri e dopo solo cinque anni e nonostante la dirompente
affermazione
del marchio sul mercato, il sodalizio nel marzo del 1979 si rompe.
Radice,
da solo, decide di scommettere su se stesso e Peppino, affiancato dai
figli
Roberto e Pierangelo e da un folto gruppo di artigiani ex Caminetto
fonda
la Ascorti.
Il marchio Caminetto, incomprensibilmente per
l'affezionata
clientela, sparisce dal mercato. Davoli vorrebbe poter sfruttare la
"griffe"
ma il boom della pipa sembra ormai un ricordo. Nel 1985, dopo
estenuanti
trattative i fratelli Ascorti, rilevano totalmente il vecchio marchio
che,
dopo una pausa così lunga, non può certo contare sul
ricordo
degli appassionati. Il marchio richiede un restyling, una nuova
strategia
ed è Roberto Ascorti a prendersi cura della gestione, produzione
e creazione di nuovi modelli con la collaborazione dell'architetto
Mazzilli
che ha un occhio particolare per il design. La morte improvvisa di
Pierangelo
costringe Roberto nel 1990 a farsi carico, ottimizzando ed unificando
la
produzione, dei due marchi con l'impegnativo obbiettivo di dare
un'"anima"
distinta ad entrambi.
Roberto non si arrende; tanti anni di
riconoscimenti
e stima dei fumatori hanno portato la Caminetto ad essere apprezzata in
tutto il mondo: Anche la qualità deve continuare; la scelta e la
stagionatura dei ciocchi di radica, la loro lavorazione artigianale,
attenta
e
precisa, tutto questo contribuisce a smentire il
detto
che "le cose belle prima o poi finiscono".
Attualmente, e grazie alla distribuzione
capillare e
competente di Lubinski, nel laboratorio di Cucciago vengono prodotte
ca.
1500 pipe all'anno; la tradizione continua...
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