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B.3. sistema/filtro

Quasi contemporaneamente alla nascita della sigaretta col filtro molti produttori di pipe sentirono l'esigenza di adottare qualcosa di simile per i propri prodotti. Decisione bizzarra - considerando che, a differenza della sigaretta, il fumo della pipa non si inspira - dovuta forse a scelte "psicologiche" di mercato.

Pur registrando questo "componente" è forse utile premettere la nostra opinione: il filtro non serve a niente, anzi, se usato con trascuratezza finisce per ostacolare e alterare la qualità del fumo.

Esistono, comunque, filtri di ogni tipo e non c'è casa di produzione che non abbia escogitato e brevettato un proprio "sistema".

Negli Stati Uniti e in Germania sono diffusissimi dei cilindretti (dalla composizione incerta e - naturalmente - "miracolosa") a base di sale, carbone, cristalli minerali (sic) che hanno obbligato tanti artigiani ad adeguarsi (e tanti fumatori a correre ai ripari procurandosi dei riduttori).


Ai filtri metallici (un profilo di vari disegni in ferro, ottone o alluminio) che sono i più diffusi ed adottati dalla maggior parte dei produttori. Questi filtri metallici, in effetti, qualcosa trattengono... le stesse particelle sporche che vengono normalmente asportate con lo scovolino. Il problema è mantenere pulite queste appendici metalliche.


Esistono poi i tubetti di paglia adottati da Castello che segnaliamo perché, almeno loro, hanno una storia simpatica. Carlo Scotti, il mitico fondatore della casa canturina, era contrario all'adozione del filtro ma non sapeva come opporsi alle richieste sempre più pressanti dei clienti. Una sera, uscendo dal laboratorio, si incamminò lungo il campo di frumento proprio di fronte alla sede, strappò uno stelo secco e, notando il diametro minuto, l'infilò nella pipa per pulirla. Una settimana dopo brevettò un nuovo sistema che - sicuramente - non serviva a granchè se non a mantenere pulito l'interno del cannello.


Il cannello ospita inoltre vere e ghiere che possono essere del metallo più vile a quello più prezioso,  in pietra, lavorate, incise, scolpite e di tutte le forme che la fantasia consente. Va da sé che questo particolare ha solo ed unicamente uno scopo estetico (oltre alla possibilità di porre un sovrapprezzo).


 
 

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