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L'anatra dalle uova d'oro
Di M. Palazzi e A. Pascucci
Strada Sotto le Selve, 11 61100 Pesaro
Tel/Fax 0721 455057
L'Anatra dalle Uova d'oro è stata
fondata nel 1998
da Massimo Palazzi ed Andrea Pascucci.
Pur essendo in senso cronologico l'ultima delle
numerose
realtà piparie pesaresi, si è rapidamente affermata nel
mercato
nazionale ed internazionale, conquistando in poco tempo una posizione
di
tutto rispetto.
Per non ripeterci potremmo dire che il dio della
pipa,
a partire dagli anni 70, deve aver ritenuto di trovare un luogo
decisamente
a lui gradito nell'insenatura di Pesaro. Si deve essere fermato in quel
luogo, forse incantato dall'aria di entrata del rossiniano Tancredi "Oh
Patria, alfine a te ritorno!", e deve aver deciso di restarci,
osservando
con compiacimento quanto accadeva.
Solo così, forse, si può spiegare
l'incredibile
fioritura di attività artigianali che nascono da un unico comune
denominatore,
sviluppandosi in direzioni talmente originali da
costituire
ciascuna - un unicum.
Partiamo dai protagonisti di questo nuovo marchio
che
ha dimostrato di sapersi immediatamente collocare con pari
dignità
rispetto ai compaesani già affermati.
I fondatori dell'Anatra sono personaggi noti nel
mondo
della pipa pesarese e, soprattutto su Palazzi, vi è un'autentica
fioritura di aneddoti volti a descriverne l'estrema laboriosità
e industriosità.
Massimo, nato nel 1955, approda poco più
che ventenne
in Mastro de Paja, prosegue il proprio apprendistato nella Ser
Jacopo
(confermando i segni distintivi di quella che ormai può essere
definita
scuola pesarese) e completa la sua esperienza, come socio, nella Ceppo.
Come tutti i veri talenti in quel consesso, persin sovrabbondante di
personalità,
Massimo elabora e matura in maniera originale le proprie idee, come
tutti
i suoi colleghi che riusciranno a trovare una propria strada.
Al di là dell'aspetto massiccio e risoluto
Massimo
è riservatissimo; siamo quindi costretti a ricorrere ai
simpatici
aneddoti riportati dai colleghi.
Sordini, ad esempio, ricorda la risata che
echeggiò
in Sr Jacopo all'annuncio della realizzazione in URSS di un nuovo robot
dalle molteplici funzioni: "ma se noi l'abbiamo già in casa da
tempo:
è Massimo".
Tombari, che in quell"incredibile team era
addetto al
modellaggio, aveva esattamente alle spalle Palazzi che sbozzava; ancora
adesso, confessa, alcune notti si sveglia di soprassalto sentendo il
suo
"fiato sul collo", sapendo quanto mal sopportasse vederlo "gingillarsi"
alla ricerca di antichi disegni.
Non sappiamo quanto di vero ci sia dietro
leggende nate
e cresciute in quel piccolo mondo che è la pipa, in quel
piccolo
universo che è Pesaro.
Sappiamo che quando si parla a Massimo della
quota teorica
e vagheggiata di 100 pipe al mese per addetto (mito mai raggiunto da
Mastro
e Ser Jacopo), l'"uomo bionico" sorride schifato replicando che
"lavorando
12-15 ore al giorno, è "impossibile" non superare quella quota".
Massimo ha probabilmente trovato in Andrea
Pascucci la
sua anima complementare. Grave sarebbe il torto di considerare
secondaria
la partecipazione di Andrea alla produzione dell'Anatra. Il visitatore
non potrà che essere conquistato dalla sua cortesia e squisita
disponibilità.
Vederli entrambi al lavoro contribuisce a capire
il successo
di questo giovane marchio.
Anche il giovanissimo Pascucci (classe '66) ha
maturato
le sue esperienze in Ser Jacopo.
Il suo gusto per la lavorazione della
radica si
avverte tanto nelle soluzioni originali che caratterizzano la
produzione
dell"Anatra, quanto nella lavorazione parallela dei posaceneri ricavati
dai ciocchi, quanto nei curiosi curapipe della casa, fra cui menzione
particolare
merita la "gamba della Schiffer", curapipe modellato sul disegno di una
splendida gamba femminile. Andrea contribuisce inoltre alla scelta dei
disegni da modellare quale vero ed autentico partner dell"irruente
socio.
Vederli insieme, permette di capire come i due
costituiscano
una perfetta unità. Ci vuole poco tempo per superare la
scontrosità
(tutta apparente di Massimo) e seguire la timida disponibilità
di
Andrea e lasciarsi andare a commentare radica e pipe. I due,
orgogliosi,
in breve mostrano le placche scelte con cura, gli abbozzi fiammati che
selezionano e i risultati della loro produzione.
Nell'Anatra si lavora con alacre impegno ma con
estrema
cura del particolare, con la consapevolezza che il loro prodotto merita
una particolare attenzione per poter essere competitivo e per dare loro
soddisfazione.
Non bisogna lasciarsi ingannare dalla
voracità
creativa di Massimo. Lui preferisce lavorare un numero imprecisato di
ore
al giorno pur di raggiungere quel risultato che entrambi i soci si sono
prefissi; un risultato fatto di cura del particolare e di soluzioni
originali.
La produzione dell'Anatra si colloca nel
variegato mondo
pesarese della pipa con proprie significative originalità; gli
originari
caratteri mossi della scuola pesarese vengono sviluppati in forme
tondeggianti
ed opulente, rigogliose e soddisfatte della bellezza della venatura che
le contraddistingue. Coraggiose ed originali sono talune scelte dei
particolari
come ad esempio la "schiacciatura" della vera in corno di alcune pipe
ed
il recupero e lo sviluppo di alcuni temi - collocati ai margini della
scuola
pesarese - come i fornelli sfaccettati.
Particolare menzione merita poi
l'originalità
del logo della casa; una piccola testa d'anatra che "emerge"
integralmente
dal cannello in metacrilato.
Un simbolo nuovo, un nuovo modo di intendere la
pipa
che, ancora una volta e con estrema soddisfazione dell'utente e
consumatore,
prosegue e sviluppa con armoniosa originalità idee antiche, che
affondano le loro radici nel mai dimenticato industrioso e nobile
artigianato
delle Marche.
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