A cura della redazione di: 
MPCbuletin

 

  Fulvio Trangoni
via S. Agostino, 18
36016 Thiene (VI)
tel. 0445/367303

A parte la mitica Titanus pipe di Bassano e il buon Boscolo di Chioggia, il Veneto sembrava destinato ad essere orfano di mastri pipari e noi fumatori costretti all'amara nostalgia dei tempi del Nostrale del Brenta. Anche in questo campo, invece, il silente lavorar dei veneti riserva gustose sorprese. Coinvolto dal saggio Pino Romanin - anima di www.pipaergosum.it e fine eclettico del nobil fumo, conosciuto (o meglio riconosciuto) a scuola - ho avuto la deliziosa occasione di visitare il laboratorio di Fulvio Trangoni, a Thiene.
A pochi chilometri dal centro della cittadina, una silenziosa strada di villette a schiera nasconde il garage di Fulvio, opificio dotato di tutto il macchinario per produrre pipe in radica. Fulvio ci accoglie con il sorriso e gli occhiali appollaiati sul naso: la t-shirt verde militare e le spalle del mastro suggeriscono immediatamente un'esperienza di vita semplice e concreta. Nato a Tarvisio, classe 1952, dopo vent'anni da sommergibilista, a spipacchiare sul fondo dei mari, a bordo del Toti, del Torricelli o del Piomarta, Fulvio ha deciso di dedicare la maggior parte del proprio tempo alla pipa.
Gli esordi, come spesso accade, si perdono nei gangli fumosi della storia personale, ove indelebili rimangono gli incontri decisivi. Nel 1984, di stanza a Monfalcone per l'allestimento del Primi, e già noto amante del buon fumo, Fulvio viene a sapere della presenza di un buon artigiano triestino, Fabris, disponibile in quelle sere solitarie in cittą con la propria mercanzia. Quale occasione migliore per acquistare una nuova compagna? Ma Fulvio è curioso e guarda lontano: invece di una pipa, compera quattro o cinque sbozzati, cui applicarsi nelle ore di libera uscita. Le prime creazioni, venti, trenta, cinquanta, con la radica comprata a Varese, sono di uso strettamente personale e riscuotono l'approvazione del Fabris, subito eletto maestro. Ma è un altro fortuito incontro a creare il debutto in società. In occasione di una tornata elettorale, a Dueville, Fulvio incrocia la propria pipa con il fumo di un ammezzato di un soldatino di Bassano di guardia: caspita che bella pipa! E il giuoco è fatto: queste pipe possono piacere. Un po' alla volta Fulvio abbandona trapano e rudimentali utensili e si costruisce un vero e proprio laboratorio, le cui creazioni, vinto l'imbarazzo iniziale, diventano pane quotidiano del Pipa Club di Vicenza. E siamo nel 1991.
Ora la sua produzione gira attorno alle 150/200 per anno, con un listino prezzi molto vario, discretamente esigente, ma sempre equilibrato. Fulvio rustica poco e destina una minima parte della produzione alla sabbiatura: il resto sono fiamme di varia qualità, contrassegnate dal numero di ancore (cos'altro, per un marinaio?) o dalla dicitura "collection". Le centinaia di pezzi in bella mostra si fanno corteggiare, ma solo dopo un po' di chiacchiere Fulvio svela i tesori dell'armadio, fiamme folgoranti che per ora il mastro non destina alla vendita. Quanto ai bocchini, predilige il metacrilato, che in parte acquista già lavorato, in parte modella in prima persona, soprattutto per le Chuchwarden. È ancora alla ricerca di un simbolo che lo soddisfi e che sia capace di riassumere le doti marittime di costanza e curiosità di questo Braccio di Ferro vicentino.

MpcBuletin/GiòRealdi/luglio 2004

   

 
 

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