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Savinelli SpA
Sede: Via Dogana, 3 – 20123 Milano
Tel. 02/875900 Fax 02/72004547
Fabbrica: Via A. Savinelli, 7 – 21020 Molina di Barasso (Va)
Tel. 0332/734464 Fax 0332/746165
www.savinelli.it

Il marchio Savinelli esiste dal 1876, ma la produzione delle pipe italiane più diffuse e conosciute al mondo inizia molti anni dopo. Nel 1876, infatti, Achille Savinelli apre un negozio di articoli per fumatori in Via Orefici a Milano, a due passi dal Duomo. I fratelli Angelo e Adelaide fanno lo stesso a Genova. Solo nel 1920, quando il figlio Carlo subentra nell’attività, inizia la produzione di pipe con il marchio della casa, ma realizzate nel Varesotto da Rossi e a Gallarate da Lorenzo Tagliabue. Bisogna aspettare il 1948, con il figlio di Carlo, il mitico Achille Savinelli, per vedere una pipa prodotta “in casa”, quando nasce la A. Savinelli & C., dove la “C” sta per Mpb, Manifattura Pipe Brebbia del cugino acquisito Enea Buzzi. Le Savinelli, per anni, escono dalla fabbrica Brebbia (rilevata interamente da Buzzi nel 1953) che solo nel 1968 sostituirà il marchio Mpb adottando per le sue pipe il marchio Brebbia.
Per accordi contrattuali, e non essendo ancora autonomo nella produzione, per qualche tempo le “italianissime” pipe Savinelli sono prodotte a St. Claude, presso la Chapuis Comoy. La fabbrica di Molina di Barasso, finalmente, apre i battenti nel 1959 e – da allora – la produzione di pipe non si è mai arrestata. Oggi Savinelli è il principale produttore di pipe in Italia e forse, per quantitativo, del mondo, anche se le cifre non sono più quelle del boom a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 quando, nella fabbrica del Gaviratese, una novantina di addetti sfornavano circa 400.000 pipe all’anno.
Testimone degli anni d’oro Marco Fumei da Cortà, tuttora direttore della produzione, ex marito della primogenita di Achille, Marisetta, già in fabbrica nel 1964 affiancato a Mario Vettoruzzo, definito “l’uomo silenzioso”, un ex mugnaio che in realtà era considerato un genio nella produzione di pipe di cui conosceva ogni minimo particolare e segreto.
Il timone della società, alla morte di Achille, passa al figlio Giancarlo, ultimogenito dopo Raffaella e Tiziana Savinelli, che mantiene inalterato il prestigio dello storico marchio.

Marco Fumei da Cortà non solo ci ha illustrato, con dovizia di particolari, l’attuale produzione Savinelli, ma ci ha fornito dei suoi appunti sulla radica descrivendo le sue decennali esperienze e convinzioni sulla preziosissima “materia prima”.

Per quanto riguarda la produzione, pur avendo avuto la possibilità di seguire e documentare passo dopo passo il “ciclo di lavorazione” presso la fabbrica di Molina, preferiamo lasciare allo stesso Fumei da Cortà la cronistoria della realizzazione di una pipa Savinelli.

“Noi acquistiamo soltanto da quelle segherie che negli anni hanno saputo dimostrare di poter interpretare e seguire le nostre esigenze qualitative. Comunque ogni singola fornitura è testata e controllata pezzo per pezzo.  Questa attenzione è ancora più radicale per 1’acquisto delle placche, che vengono selezionate singolarmente prima di  essere  approvate.  Le regole che seguiamo, quando gli abbozzi e le placche sono arrivati nei nostri magazzini, sono dettate dal principio che il legno, fino al momento della lavorazione, deve seguire la propria natura, senza subire alcuna violenza esterna.
Premetto che gli  abbozzi, quando arrivano  in  fabbrica  dalle segherie, sono ancora  saturi di umidità propria e  di umidità acquisita durante la bollitura. Bisogna pertanto eliminare questa umidità e la cosa più semplice sembrerebbe quella di mettere gli abbozzi e le placche in un ambiente ben ventilato.  Con questo sistema si otterrebbe un’essiccazione veloce, ma  la  radica, estremamente delicata nel suo stretto intreccio di fibre diverse, si spaccherebbe nella quasi totalità e sarebbe quindi inadatta alla lavorazione.
È quindi indispensabile conciliare le due esigenze di avere un processo di essiccazione non troppo lungo, ma non così veloce da compromettere 1'integrità del legno. Sono stati studiati molti sistemi di essiccazione artificiale, ma quello che abbiamo privilegiato è quello naturale. Gli abbozzi e le placche sono lasciati in sacchi di juta per un periodo di 12-15 mesi, in un ambiente limitatamente aerato.  In questo periodo perdono una discreta percentuale di umidità, ma non arrivano all’essiccazione    completa,   che avviene successivamente, quando abbozzi e placche,  tolti  dai sacchi, vengono esposti all'aria,  in locali con ricambi d’aria opportunamente calibrati. Entro i successivi 6-8 mesi il legno diventa secco, ovvero con una percentuale di umidità (circa il 12%) che rappresenta il giusto equilibrio del legno nel suo ambiente. II processo di essiccazione appena descritto è quello che viene normalmente, ma anche impropriamente, chiamato processo di stagionatura. Sono passati ben tre anni da quando il ciocco e stato estratto dalla terra, ma finalmente l’abbozzo è pronto a diventare pipa! Ogni singolo abbozzo è guardato e, in base a come è tagliato e alle sue diverse dimensioni, selezionato per diventare un modello di pipa piuttosto che un altro.
L’abbozzo entra finalmente in fabbrica, o meglio, dal momento che per produrre pipe di qualità non esistono catene di montaggio, macchine a controllo numerico, robot di produzione o quanto di meglio la moderna tecnologia può offrire, entra nei diversi reparti di lavorazione. Qui persone, istruite artigianalmente a usare bene le proprie mani, e secondo le loro specifiche attitudini e conoscenze, si applicano in alcune, e solo alcune, fasi delle lavorazioni, di cui sono diventati dei veri specialisti. Soltanto la forma della pipe è eseguita con  1’apporto  di  particolari  torni  e  fresatrici, attrezzati da veri esperti della lavorazione del legno ed abili nel saper mantenere costantemente la forma e la dimensione dei modelli tradizionali.
Le pipe grezze, ormai sbozzate,  vengono selezionate una prima volta con  grande  attenzione,  bagnandole  con  acqua  per meglio rilevare le venature e la struttura.  Una volta scartate tutte quelle pipe che non   rispondono ai  parametri  della  qualità Savinelli, le pipe “promosse” sono montate col bocchino, che è stato preventivamente  lavorato  ed  eventualmente  arricchito  da anellini di diverse dimensioni, e materiali che rappresentano oggi un “plus” estetico tanto gradito dal consumatore.
È in  questa  fase  della  lavorazione  che  nel  bocchino  viene innestata la  spina  infrangibile  (quella  che  contiene  anche 1’inserto di balsa), da noi inventata e brevettata. La pipa è successivamente passata manualmente con carta e  tela abrasiva di grana ogni volta più fine, fin tanto che la superficie del legno darà al tatto una piacevole sensazione di vellutato. La carta e la tela abrasiva sono montati su dischi di diverso diametro e curvatura. in modo da aderire in maniera morbida ai piani ed alle curvature delle diverse zone della pipa.
L’insieme di queste lavorazioni comporta che ogni singola pipa sia presa in mano da venti a venticinque volte. La fase successiva è la coloritura. In funzione del colore finale che si vuole ottenere, o al contrasto più o meno accentuato che si vuole determinare tra vene chiare e vene scure, si danno al legno da due a sei mani  di  colore,   con  intervalli  di  tempo sufficientemente lunghi. Fra una mano di colore e la successiva, le pipe sono ripassate con speciali mole di cotone leggermente abrasive, le quali tolgono dalla superficie del legno il colore eccedente, lasciando solo quello già penetrato.
II fissaggio del colore (ottenuto con segretissimi ma assolutamente naturali processi di “alchimia  artigianale”)  garantisce  che  il  colore rimanga incorporato nel legno e non sporchi la mano del fumatore.
La ceratura finale, fatta con cera carnauba, darà un piacevole senso di brillantezza.  Questa ceratura, dopo le prime fumate, ovvero al contatto della mano, scomparirà, rendendo al legno la sua naturale opacità.
Le lavorazioni si concludono con la punzonatura della pipa e del bocchino, in relazione al modello e alla serie, con 1'inserimento della balsa e la confezione.
Devo anche ricordare che tutte le lavorazioni sopra descritte sono costantemente intervallate da una operazione di “scelta” (oggi la  chiameremmo “controllo  qualità”)  che  è  continua, dall’abbozzo fino alla pipa finita. Questo controllo rappresenta circa il 10% del tempo totale per la manifattura della pipa.
Abbiamo elencato soltanto le lavorazioni base, effettuate nella nostra fabbrica. Una pipa, infatti, per essere prodotta richiede dalle 80 alle 110 lavorazioni e, forse, sono proprio quelle non descritte che fanno le differenze di una pipa Savinelli, quelle differenze che hanno fatto apprezzare il nostro prodotto in tutto il mondo, in cui, lo posso dire con orgoglio, siamo stati fra i primi ambasciatori del Made in Italy.”

MpcBuletin/Ezio Rocchi Balbi e Maurizio A. Ottoboni/Febbraio 2005

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