Tra calle, sottoportici e scorciatoie di internet ci si
imbatte, a volte, in strani segnali. In una delle tante bacheche informatiche
disseminate un po' in tutta la rete, il socio Giò Realdi trova affissa
l'offerta di un anonimo, disposto a cedere "interi lotti di pipe".
Già altre volte avevamo ricevuto richieste o offerte
di "pipes", ma intendevano "pipelines"; tubature, condotte. Tubi, insomma.
La segnalazione perviene alla redazione MpcBuletin che,
col tatto e l'eleganza che la distingue (in pratica mentendo spudoratamente
sulla propria identità), contatta telefonicamente l'anonimo offerente.
L'origine delle pipe non è molto chiara; un intero magazzino di
un ex fornitore di articoli da regalo che, come eredità indesiderata,
viene ceduta in blocco dalla figlia ad un negoziante. "Qualche decina di
pipe di marca - ci elenca il cordiale signore -; Butz-Choquin, Ropp, Brebbia
e altre francesi". Inglesi, niente. Castello neanche a parlarne. Generosamente,
anche se delusi, diamo la nostra disponibilità a ritirare - se a
condizioni congrue - l'intera partita.
"No, no, queste me le vendo facilmente una ad una - declina
il sempre più cordiale signore -; sono le altre che vendo in blocco".
Le altre? Quali altre? "Ma sì, c'ho qui un sacco
di pipe cinesi?".
Immaginiamo che non abbiate mai sentito parlare di pipe
cinesi (oppio escluso, ovviamente).
Nemmeno noi. Mai viste, mai sentite. Ignoravamo persino
che in Cina si producessero pipe. Per pura curiosità e per rendere
un servizio ai nostri lettori, manifestiamo un larvato interesse per questo
lotto, ma vorremmo saperne di più. "Sono carine, tutte forme classiche.
Guardi, cinquanta centesimi l'una e sono tutte sue". Interessante.
Fino a quando si stabilisce l'entità. Qualche
migliaio.
Migliaia di pipe cinesi in un italico magazzino non sono
un affare: sono una mina vagante. È proverbiale la stima e la fiducia
che Mpc ripone nei pipemakers italiani e nei loro distributori. Non penseremmo
mai che queste pipe, opportunamente punzonate ed imbustate, finiscano in
qualche regale mensola con natali abusivi. Al limite tra i pezzi da cesto?
Ad un altro socio, Andy Bettoni, viene affidato il compito
di visionare la "merce", andando in avanscoperta con un solo input:
trattare l'acquisto. Non solo perché le misteriose pipe sono depositate
a cavallo tra Emilia e Romagna, non solo perché Andy manifesta spiccate
attitudini commerciali, ma soprattutto per la sua indiscutibile discrezione
e probità. Al fatidico appuntamento, infatti, Andy acquista - a
prezzi stracciati - tre o quattro pezzi di maitre pipier francesi. Per
sé.
Ricordandosi del compito affidatogli da MpcBuletin, a
mo' di campionatura, reca in dono una manciata delle misteriose pipe cinesi.
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Sgombrando subito il campo da equivoci, le pipe sono
marcate "Made in China", quindi inutilizzabili per finalità truffaldine.
Ma non tutti i misteri sono svelati.
Chi ha commissionato questo ingente quantitativo di pipe? Qual'era la loro destinazione? E, soprattutto, è corretto definirle pipe? |
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Avremmo voluto mostrarvele in occasione di uno dei tanti
incontri Mpc, ma il socio Mao Ottoboni (che aveva il compito tecnico di
effettuare presso soci pipemakers dei test), con lo zelo che ha sempre
manifestato, ha eseguito un'analisi decisamente accurata. Sezionandole
integralmente.
Alcuni soci pipemakers hanno avuto modo di esaminare, sezionandole, le pipe cinesi. Nella legenda riportiamo le loro osservazioni e valutazioni. |
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1. il legno non è erica arborea (radica),
a prima vista sembrava faggio, ma da un esame più approfondito non è
emersa una formazione legnosa anomala, con stimoli esterni abnormi, tessuto
irregolare con fibre disposte su più piani e spesso intrecciate
e contorte. Insomma, un adroma (bot. Xilema) indigeno con durezza inferiore
alla radica;
2. colore e finitura: applicazione della stessa vernice rossa che colora esterno della pipa e interno del camino. Occlusione dei pori del legno, la pipa non respira; 3. il bocchino non è né in ebanite, né in metacrilato. È in materiale plastico stampato; 4. il filtro è in alluminio scadente e facimente ossidabile; 5. fori; Camino: all'imboccatura col cannello il foro termina a forma di V 145° ca. e non ovale come praticato da vari pipemakers (difficoltà di combustione in questa parte); Cannello: decisamente sbagliato, ha lo stesso diametro su tutta la lunghezza (facile formazione di umidità stagnante); Raccordo camino/cannello: non raccordati. Estrema difficoltà o impossibilità nel mantenere la funzionalità di fumabilità e pulizia della pipa. |
Conclusioni
Accattivante nella forma e nelle dimensioni, lascia alquanti
dubbi sull'uso effettivo ed originario dello strumento "pipa".
Se qualcuno di voi soci e simpatizzanti, dunque, avesse
la possibilità di farci sapere qualcosa in più su queste
pipe, ve ne saremmo grati.
Se aveste inoltre la possibilità di recuperarne
almeno una (integra), la bacheca Mpc non lamenterebbe quel triste senso
di vuoto.
Erb/mpcbuletin/maggio 2004