A cura della redazione di: 
MPCbuletin


 

 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 

DON CARLOS
Res di Rosaria e Bruto Sordini s.n.c.
Via Tiranni, 55 ­ - 61043 Cagli (PS)
Tel/Fax 0721/790034
e-mail brutosor@tin.it

Bruto Sordini, classe 1952 ha attraversato in vari modi, comunque sempre da protagonista, la storia della pipa pesarese e ad essa ha contribuito.
Apprende il mestiere da un anziano mastro delle "sue" montagne che ancor oggi chiama nonno Primo (Primo Soriani) e di cui conserva alcuni manufatti come la mitica pipa Chiozzotta, oltre ad alcuni strumenti del mestiere, da museo.
Tralascia l¹Università, per "incompatibilità" con il lavoro di avvocato cui gli studi lo destinavano e, dopo un periodo in Mastro de Paja, fonda la Ser Jacopo della Gemma con Giancarlo Guidi. Quindi, nel 1990 insieme alla deliziosa moglie Rosaria, la Don Carlos.
Bruto è vulcanico, creativo, imprevedibile, generoso e sempre disponibile.
Contrariamente a quanto riportato dalla maggior parte dei testi sul mondo della pipa, il nome Don Carlos non deriva dalla sua opera preferita. Bruto, infatti, è appassionato di musica lirica, ma ama Mozart e solo recentemente si è avvicinato, restandone travolto, all¹incandescente mondo verdiano.
Non si conosce la vera origine della scelta del marchio, Bruto non la rivela, ma sicuramente è un segno del destino. Il Don Carlos è capolavoro sommo della maturità verdiana, opera in cui il genio si sottopone a continue rimeditazioni e riflessioni.
Opera che si staglia su spazi immensi e si nutre di desolate solitudini  e che trabocca di melodie bellissime.
Un¹opera che sembra fatta apposta per il carattere di Bruto e per indicare il modo in cui produce, d'istinto, di getto, ma con continui ripensamenti, dubbi ed alla perenne ricerca di qualcosa di migliore.
Sembra infinita la sua ricerca della fumata migliore, di quel Graal che costituisce il chiodo fisso dei produttori appassionati del loro lavoro.
Bruto registra una produzione inferiore alle 2000 pipe all'anno con l'aiuto di tre collaboratori; la "monella" Simona, il "mastro rusticatore" Oscar e, naturalmente, Rosaria.
Qualificare l'opera di Rosaria quale mera collaboratrice, costituisce grave insulto alla verità. Rosaria è parte integrante ed inscindibile dell'anima Don Carlos, nello stimolo come nella discussione, nel lavoro quotidiano e nei suggerimenti.
Sempre per amore di verità, occorre anche avvertire l'ignaro visitatore che non potrà che risultare contagiato dall'atmosfera di complicità e di amicizia che contraddistingue la lavorazione Don Carlos; nata e nutrita dalle radici della produzione artigianale marchigiana, di cui perpetua le caratteristiche conservandole e difendendole gelosamente, mostrandone orgogliosamente i frutti nella piccola vetrinetta in ufficio (reperti di nonno Primo, Fiamma di Re).
Pur operando ormai nel mercato internazionale, Sordini difende con tenacia le proprie origini di manualità non cedendo alle
richieste di pezzi in numero sempre superiore da parte del mercato.
Particolare vanto di Bruto è di rifiutare qualsiasi manomissione della radica lasciando intonso, anche nelle rusticate,  il fornello evitando di annerirlo artificialmente.
La sua ricerca si estende anche alla cura della radica che, con una ricetta originale, lascia maturare almeno due anni sotto una tettoia all'aperto, prima di passarla alla lavorazione.
Don Carlos ha rimeditato le classiche forme pesaresi mantenendone inalterate le proporzioni e l¹eleganza, ma evolvendole in forme nuove e originali. Sono nate così la Melos, la Bolero, l'Hydra, la Sisma e molte altre.
Accanto alle forme tipiche ed originali, Don Carlos produce anche le forme classiche, ma tutte caratterizzate dall'inequivocabile segno del vulcanico autore che, da qualche anno, è socio onorario e fornitore ufficiale del Pipe Club of London.
Le sue coraggiose posizioni, spesso controcorrente, sono note nel mondo pipario; come richiedere ed incoraggiare l'istituzione di un marchio DOC della pipa pesarese per certificare sia la manualità del processo di produzione che la provenienza.
Consigliamo, a chiunque passi nei dintorni di Cagli, di memorizzare il numero di telefono di Bruto.
Se avrà la fortuna di non trovarlo in giro in moto o in altre faccende affaccendato (tutte numerosissime), forse potrà entrare negli ampi spazi del suo laboratorio che paiono modellati sulla sua natura esuberante, in cui tutte, ma proprio tutte le porte sono aperte alla vista di tutti. Se così sarà, troverà un gentile amico con cui parlare di pipe, assaggiare tabacchi e bere ottima grappa, ritrovare amicizia e simpatia, sapore della tradizione e ospitalità.
Il tutto immersi nella musica di Mozart e Verdi, giusto per ritemprarsi del viaggio.

   

 
 

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