A cura della redazione di: 
MPCbuletin

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Com’è noto l’associazione Mpc ha l’esclusivo scopo di promuovere il prodotto artigianale italiano, quindi non ospita sul suo sito – se non eccezionalmente – schede o visite realtive a produzioni straniere. In questo caso, però, ritenendo una curiosità interessante la visita effettuata con passione da un giovane socio presso un pipemaker norvegese, MpcBuletin ha accettato con piacere di ospitare il suo “rapporto”.
 
Pipemaker & webmaster: Bard Hansen
Bergen, Norway:
Mail box: Tabago pipemaker, PO Box 18,
Birkebeinersenteret, N-5003 Bergen
Laboratorio: Hilbrandt Meyersgt.1 A, N-5035 Bergen
Phone: +47 41 02 08 80
E-mail: tabago@pipe-maker.com
http://home.no.net/taba/index.html

Attirato dal fresco delle terre del nord (che poi non c’era) e dalle leggende vichinghe, ho prenotato – per le vacanze estive – un tour denominato “Il meglio dei fiordi”. So che le mie vacanze non suscitano il vostro interesse, ma se vi anticipo che tramite il migliore amico del web-surfer (Google), ho scovato un pipemaker con laboratorio a Bergen, in Norvegia, la cosa si fa più interessante. Ancor più interessante se, dopo un breve controllo sul programma di viaggio, scopro una tappa proprio a Bergen. Ci passo, ma non mi ci fermo a dormire. Va beh, dai, forse ce la facciamo.
Baard Hansen, contattato telefonicamente per verificare la disponibilità ad una visita presso il suo laboratorio, si rivela subito molto affabile e disponibile a ricevermi. Compatibilmente con le sue vacanze. 10Il 4 di Agosto arrivo nel centro di Bergen, che ospita uno splendido mercato del pesce, ma non divaghiamo… Sulla mappa di Bergen, in pochi minuti, trovo il percorso per arrivare al laboratorio, ma il tempo a disposizione purtroppo non è molto. Ho solo due ore da dedicare al pipemaker e (in teoria) alla visita libera della Capitale dei Fiordi. Quindi gambe in spalla e via.
Arrivato all’indirizzo inizio a preoccuparmi: mi aspettavo di trovare un insegna, un negozio...Invece cerco il numero civico e la conferma che si tratti di un abitazione privata non tarda ad arrivare.
Suono il campanello un po' titubante. Mi apre una ragazza, naturalmente bionda, mi presento e mi invita ad entrare. Temo (o spero) un equivoco, poi intravedo Baard che mi esorta ad entrare.
Immediatamente a sinistra scorgo il laboratorio: a quanto pare è tutto in una stanza. Baard mi conferma, effettivamente, che tutta la sua produzione si svolge in quei pochi metri quadrati.
Così, sorseggiando un caffè, anzi l'unico caffè decente bevuto in una settimana (fatto con una moka italianissima) e assaggiando i rispettivi tabacchi (le sue preferenze vanno su W.O.Larsen) iniziamo una chiacchierata in inglese che si protrae per più di un’ora.
Baard, (che ha x anni o che dimostra x anni)  ha iniziato l’attività circa sei anni fa. La passione da fumatore di pipa diventa, quindi, il mestiere. La folgorazione è avvenuta durante una visita a Lillehammer, dove si era recato per visitare un museo della pipa norvegese. Museo che, nel frattempo, hanno chiuso. Sempre più incuriosito e determinato ha ottenuto la segnalazione di un 8anziano pipemaker che aveva l'intenzione di tramandare 3conoscenze ed attività a qualche giovane appassionato di buona voltà. Così una carriera da ingegnere informatico ed ingegnere nell’ambito della sicurezza viene abbandonata da Baard che inizia l’avventura di pipe maker.
Decide così di allestire il laboratorio in casa, vuoi perchè' la tradizione li vuole affezionati alle mura domestiche, vuoi perchè è certamente più comodo andare a lavorare senza salire in auto ed infilarsi nel traffico, vuoi perchè gli piace mangiare bene e quindi gli fa piacere avere la cucina vicino.
Il problema del rumore, particolarmente sentito in questo quietissimo borgo, è facilmente risolto isolando dal pavimento, con dei piedini di gomma di sua ideazione, tutti i macchinari.
Per polvere e segatura adotta un sistema di aspirazione basato su un classico bidone aspira-tutto posizionato esattamente sotto la canna fumaria (quello che non viene aspirato viene esplulso in questo modo). Il bidone è posizionato in un piccolo vano insonorizzato nella stanza.
Le attrezzature si riassumono in due macchine: un grande tavolo dove c'è la punta del trapano per i fori, un piccolo tornio e un piccolo pomicino per le piccole rifiniture.
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4Altro utensile interessante che – ammesso ci sia dai nostri pipemaker, è sicuramente fatto diversamente - è la macchina usata per le rifiniture più grosse.
Il resto della lavorazione, a quanto vedo, è manuale, cioè olio di gomito e lime.
La produzione di Baars Hansen è decisamente limitata: circa 250-300 pezzi all'anno, quasi tutti di forma classica con qualche “tocco” personale per caratterizzarli. Il suo “personal touch” consiste, soprattutto, nell’inserire eventuali elementi, quali ghiere in argento in modo armonioso, in modo tale da non avere linee interrotte (alcuni innesti sono dei floc molto interessanti).
Altra peculiarità è la testa del fornello, i cui bordi sono molto ridotti e smussati. Baars sostiene che questo accorgimento, oltre a dare armoniosità alla forma, evita la formazione di bruciature in testa dovute all’accensione. La radica, a quanto gli risulta, proviene dalla Corsica e dalla Spagna.
67L’interno delle sue pipe è ovviamente annerito. Quando ho manifestato la perplessità dei fumatori italiani riguardo al “nero”, e' stato molto solerte a tranquillizzarmi (e di fare da tramite quindi) sulla natura di questo nero, che effettivamente è obbligatorio applicare se la destinazione delle pipe è il Nord Europa. Il “nero” dichiarato da Baard non è altro che una mistura di carbone, gesso e cenere miscelato con un po' d’acqua e miele. Per i fumatori nordici è comunque convinzione che il nero applicato aiuti le prime fumate.
Per la vendita dei suoi pezzi si affida ad alcuni negozi di Oslo, ad uno in centro a Bergen (purtroppo non visitato per questioni di tempo) e ad alcune vendite on line. Altra attività a cui si dedica con passione è la riparazione di pipe (sia sue sia di altri brand) con tempi molto molto rapidi, rispetto a quelli a cui siamo abituati noi italiani (è risaputo che le riparazioni in Italia sono sempre un tantino bistrattate dai pipe-maker nostrani). Come produzione complementare sta inoltre introducendo un’altra chicca interessante, cioè la realizzazione di piccole tazzine e bicchieri in radica per la degustazione di liquori.
9Purtroppo la chiacchierata termina perchè il pullman non mi aspetta. Non mi resta che ringraziare Baard per l’ospitalità e la disponibilità ad incontrare un fumatore italiano in gita premio nel Grande Nord e salutarlo, non prima di aver immortalato con la sua schiuma da collezione. Un particolare forse interessante; nel corso della mia breve visita Baard non ha minimamente accennato, né proposto, l’acquisto di uno dei suoi pezzi.



MpcBuletin/AndyBettoni/Ago2004



E per finire, un po' di pipe :-)

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