A cura della redazione di:
MPCbuletin

  Armellini Mauro
Di Armellini Vilma
Via G. Matteotti, 66
Tel 0332 743211
21020 Barasso VA

Nei primi anni '60 Mauro Armellini (20.2.1936) non riusciva a vedere il suo futuro come carrozziere d'auto. 
Sulle verdi alture che circondano il lago di Varese l'unica attività che sembra non conoscere crisi è la pipa; del resto in quei pochi chilometri quadrati si producono più pipe che in tutto il resto del mondo. Una certa abilità manuale, una buona dose di fantasia e una voglia di lavorare che lo accomuna ai suoi compaesani lo spingono da Rossi. 
Il lavoro manuale è prerogativa delle donne ad eccezione di alcune lavorazioni decisamente pesanti affidate all'esterno. Alla sterminata gamma Rossi, ad esempio, manca l'invidiato finissaggio "roccia" di Savinelli. Un tipo di rusticatura che vede subito volontario Armellini e lo fa brillare per velocità di esecuzione e quantità. Il compenso è fissato al pezzo e a Mauro la finitura non richiede più di 10 minuti; un record. Avere tutto il giorno quelle pipe tra le mani, di tutte le forme e dimensioni, lo invogliano a mettersi in proprio. 
Il problema è il macchinario; non tanto per l'investimento (che già, da buon lombardo, vedeva come unico uso dei suoi guadagni), ma per sapere quali utensili avere; "A quei tempi non si entrava in Rossi - commenta Mauro - Nonostante fossi un fornitore non mi facevano varcare la soglia della fabbrica". Con l'amico Angelo Giudici prende la prima svasatrice, poi quella per le "canne", la fresa e così via. Si tratta quindi di "farci la mano", ma - per timore di rappresaglie commerciali - nessuno è disposto a cedergli la radica. 
I primi esperimenti deve rassegnarsi a farli col legno di robinia,  che abbonda nella boscaglia tutto intorno a lui. Quando finalmente avrà la preziosa radica il rispetto lo porta a considerare che "è come il maiale, non si butta via niente". 
Nel 1966, in pieno boom, ha una dozzina di dipendenti ed una produzione superiore alle 5000 pipe al mese. Il 90% della produzione viene assorbita dall'estero grazie ad Alberto Paronelli che lo fa entrare nel "giro che conta", come l'americana Tinder Box che aveva già segnato il successo della brianzola Caminetto. 
Il nome Armellini comincia ad avere un suo peso, negli Usa, grazie alle spettacolari e convenienti calabash - che ancora oggi è la sua preferita e quella che fuma - forate a mano con un ingegnoso sistema che "ruba" dopo aver visto la prima motocicletta senza catena, a giunto cardanico. 
L'altro vantaggio è il ritmo di produzione che lo porta in officina allle quattro del mattino. L'insonnia che l'accompagna da sempre è acuita dalla nascita in serie delle quattro figlie; Cinzia, Vilma, Laura ed Elisabetta. Meglio stare in capannone che tra pannolini e biberon, quelli sì a ritmo industriale. 
Mercato e produzione lo assistono fino al 1985, quindi una parabola discendente che lo vede ora produrre non più di 5000 pipe all'anno, tutte  pressoché destinate al mercato tedesco e americano. Per ironia della sorte, tra tutti i produttori del Gaviratese che usavano solo donne, Armellini è ormai l'unico che ha solo donne al lavoro; le figlie. Anzi, è Vilma che prende in mano le redini dell'azienda artigiana quando Mauro va in pensione.
Mauro non si è mai considerato un pipemaker d'élite; "Chi fuma la pipa, come me - spiega - tende a fare le pipe in linea col suo modo di fumare e, a volte, è un errore". 
Ai suoi modelli "storici" come la "Trombetta" e la "Calumet, si affiancano le serie "Elite", "Europa" e l'ultima nata "Cometa" con inserto in radica nel bocchino. Bocchino in metacrilato che Armellini, da sempre, produce autonomamente da barra. 
Oltre al tradizionale filo argentato col piombino, che dimostra la perfetta foratura, le Armellini si caratterizzano per la funzionalità ed economicità. Neanche la stagionatura della radica vine considerato un plus; "Parliamoci chiaro - conclude Armellini - Dopo un anno e un mese la radica non è più stagionata; è solo più vecchia". 
Ora ha più tempo per i nipoti come l'adorato Chicco e l'ultima nata; Alice. Un'altra femmina?!

/MpcBuletin/erb/Maggio 2003

   

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