

 



 
 


|
|
Ardor
Di Rovera Dorelio e C.
Via Rovera, 30
21026 Groppello di Gavirate - Varese
tel. 0332 743572
Le discussioni tra Dorelio e il padre Angelo
avevano ormai
assunto toni feroci. Angelo voleva mantenere a tutti i costi la
produzione,
Dorelio insisteva affinché si optasse per una produzione
limitata,
ma dal livello qualitativo che il loro talento artistico assicurava.
Aveva
ragione Dorelio, perché ormai i tempi delle pipe vendute a
dozzine
era finito, ma era comprensibile la riluttanza del padre che, di radica
e pipe, aveva stratificato l'albero genealogico.
Occorre un salto all'indietro di un secolo, al
1911,
quando sulle sponde del lago nasce la Fratelli Rovera. Sono anni in
cui,
in quel piccolo fazzoletto di terra, si concentra la realizzazione di
pipe
in radica più produttiva al mondo. Nel 1949 si trasforma in
Figli
di Federico Rovera, mantenendo il nome fino al 1961, quando i Rovera
hanno
dato nome ad altre manifatture di pipe, diventando Rovera Angelo.
Dorelio
(1947) a tredici anni è già al fianco del padre e, un po'
per patrimonio genetico e un po' grazie alla maestria di Angelo, impara
caratteristiche che ben pochi pipemaker possono vantare. Siamo lontani
dai tempi del made in Italy, del marchio affermato, del marketing.
Alle pipe prodotte nel gaviratese viene solo
richiesto
quantità, basso prezzo e fumabilità, niente di
più.
In questo contesto Angelo e Dorelio riescono a conquistarsi una
discreta
fama internazionale; riproducono perfettamente, finemente intagliati,
volti
famosi o quelli più anonimi di clienti vanitosi sulla testa
della
pipa. Per Angelo è un riscatto artistico dalla vita da
"officina",
per Dorelio - che nota come vengono retribuite più di dieci
dozzine
di manufatti - è un segnale d'allarme. Da qui le discussioni
giornaliere
col padre, testardo esattamente come lui, che non le considera pipe, ma
oggetti artistici. Certo, anche oggi alcuni cienti sono disposti a
svenarsi
ed attendere pazientemente un anno o più, per avere una pipa col
loro faccione... Ma la pipa è un'altra cosa e, senza puntare al
marchio di qualità, la sorte dei Rovera sarebbe stata segnata.
Nel
1976 nasce la Ardor e Dorelio, che avrà il padre al suo fianco
fino
alla scomparsa, pochi anni fa, non ha difficoltà ad ammettere
come
sia stato difficile imporre un marchio nuovo sui mercati internazioni:
"Ho impiegato quindici anni a far conoscere il nostro marchio". Un
cammino
fatto di scelte coraggiose, come quella di non assecondare il mercato
dei
distributori italiani e puntare tutto sull'estero. Non a caso il 95%
delle
Ardor è in giro per il mondo e quel piccolo 5% rimanente venduto
direttamente, ed esclusivamente, nella sede di Groppello. Una piccola
soddisfazione
la tributa la prestigiosa rivista americana Pipes and tobaccos (link)
che,
nel 2001, sceglie una Ardor come pipa dell'anno (nel 2000 era stata una
Castello). La grande soddisfazione la da invece Damiano, il figlio
più
grande di Dorelio, che da un paio d'anni lo affianca, coi due operai,
alla
produzione. Soddisfazione data non tanto dall'aiuto (che Dorelio lavora
per tre) ma dal fatto che la "mano" di Damiano, non c'è dubbio,
è quella dei Rovera; la quarta generazione dei Rovera.
Spiace parlare di pipe che ben pochi hanno modo
di vedere
(e le foto non rendono abbastanza); delle serie famose che prendono
nome
dai pianeti (dall'Urano alla più bella Venere), le eleganti
Ninfee
o le originali Detective. Gelosissimo della sua produzione, Dorelio non
concede l'ingresso in laboratorio neanche ai clienti americani;
è
uno dei pochi a fare direttamente i bocchini in metacrilato da lastra,
per i modelli più belli acquista le placche più costose
sul
mercato e continua, come nel secolo scorso, ad affidare ad un'ampia
soffitta
(piena di spifferi, ma con vista sul lago) la stagionatura della
radica:
"Anche se una volta ho preso un tarlo bastardo - conclude Dorelio - che
mi ha fatto fuori un'intera partita... Cose che capitano".
erb/aprile 2001/agg. marzo 2003
|