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 Iafisco Pipes
Bologna
http://www.iafiscopipes.com/italiano
info@iafiscopipes.com 
 

 "L'idea di creare qualcosa con le mie mani mi affascinava, ma era solo una fantasia, almeno fino a quel giorno, 17 anni fa, nel 2005, quando ho accompagnato degli amici fumatori di pipa alla tabaccheria Agide di Ravenna, dove il mitico fondatore di Mastro de Paja Giannino Spadoni presentava la nuova collezione Dunhill. Quel giorno, proprio in quella tabaccheria, ho iniziato a fumare la pipa, innamorarmene e fantasticare di realizzarne una tutta mia".

Eppure al giovane Davide Iafisco, classe 1979, il suo lavoro di consulente informatico a Bologna in ambito sociosaniario, piaceva e soddisfaceva sia dal punto di vista professionale che economico. Ma il fascino delle pipe lo aveva ormai stregato e ha iniziato a documentarsi con scrupolo a tutto quel mondo fantastico: i tabacchi, le miscele, le forme, i modelli, la storia, i materiali, i particolari... "Dopo vari tentativi, da hobbista, ho capito che dovevo vedere con i miei occhi, seriamente, come si crea una pipa e alla prima occasione ho frequentato un corso dall'unico artigiano che, in quel momento, era disposto ad accogliermi un paio di giorni nel suo laboratorio: Bertrand Safferling, a Bolzano – ricorda sorridendo Davide -. Era il 2009, ma già l'anno dopo contattavo Teddy Knudsen, in Danimarca. Ero a Bologna, quella domenica, e lui mi ha detto  'ti aspetto mercoledì'; non avevo biglietto aereo e non sapevo neanche come arrivarci, ma quel mercoledì ero lì, nel suo atelier di Højbjerg, ma è stato un viaggio propedeutico e non solo perché ho saputo che aveva un laboratorio in Liguria che ho cominciato a frequentare diverse volte e dove non mi limitavo a guardare e studiare; Teddy mi faceva lavorare eccome".

Le visite di studio ai pipemaker hanno cominciato a infittirsi, grazie alla disponibilità della famiglia Radice e di Cavicchi, fino all'investimento in un seminario organizzato da J. Alan a San Diego, California, nel 2013. "Un investimento non da poco, ma è valsa la pena – racconta -. C'erano pipemakers da tutto il mondo, soprattutto americani, c'era anche un cinese (Ping Zahn), bravissimo, ed io ero l'unico italiano.
 
Per quanto riguarda i materiali Davide utilizza ebanite per i bocchini e nella scelta della radica ha maturato le sue esperienze confrontandosi con tutti, ascoltando  tutti e provando (con le sue mani) quanto disponibile sul mercato. Se le sue prime pipe utilizzavano radica di Manno, alla fine la sua produzione artigianale ha virato su quelle di Mimmo Romeo. "La cosa buffa è che è stato un cliente giapponese a ordinarmi, esplicitamente, di usare per le sue pipe la radica di Romeo – spiega divertito -.  La selezione di Mimmo, secondo me, non l'ha nessun altro e non hai mai brutte sorprese; la radica di prima qualità è prima, la seconda è seconda e cosi via. Quelle che ricevo hanno almeno sei mesi di stagionatura (quelle giovani me le contrassegna con una doppia X), ma le peso quando arrivano e aspetto quando perdono il 10/15% dell'umidita e del peso e si stabilizzano; possono passare mesi o un anno, ma solo quando il truciolo che estraggo come prova è asciutto posso iniziare a lavorarle".

Oggi Davide è un pipemaker più che emergente, ormai apprezzato a livello internazionale, anche se sono passati pochi anni  da quel 2015 quando la sua professione di consulente informatico non risultò più compatibile con il suo "hobby" e la sua partita Iva diventa quella di artigiano pipemaker. Nello stesso anno lascia Milano e torna nella sua Bologna, dove si stabilisce in un ex studio dentistico che, oltre all'abitabilità, gli permette di allestire finalmente il laboratorio di Iafisco Pipes. "Ammetto che la parte più dura è stata quella economica almeno nei primi anni – ricorda sorridendo-; diciamo che l'orario di lavoro di 8/12 ore al giorno, festivi inclusi, era un filino sproporzionato all'introito".

Novembre 2022
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